In L’incubo di Pikachù (2009) osserviamo un collage ossessivo di figurine di Pikachù, eroe moderno. Viene facile confrontare quest’opera con un’altra, Merzbau, del grande artista Kurt Shwitters. I detriti della società di massa sono nuovamente al centro dell’opera, riutilizzati, la paura di cadere nell’oblio, terrore di ogni icona moderna, è reale. Pikachù si risveglia tagliuzzato, imbrattato di colore, non più idolo ma scarto di questo mondo troppo veloce, in cui la memoria è breve.
Rotundo sceglie un collage di figurine, gioco dei bambini per antonomasia e in questo modo ci pone di fronte al nostro passato, alla nostra infanzia stimolandoci a non perdere il contatto con il lato più ingenuo e dolce di noi, unico appiglio, forse, per rimanere umani.
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